giovedì 10 settembre 2009

14. L’Europa nell’alto medioevo

Per tutto l’alto medioevo l’Europa rimane un continente scarsamente popolato e, per di più, caratterizzato da un elevato tasso di mortalità e una durata media della vita che non supera i trent’anni. Solo lentamente la popolazione passa dai circa 27 milioni del Seicento al circa 42 milioni intorno al Mille.
La società altomedievale è nettamente duale e gerarchizzata, potendovisi distinguere, in modo molto evidente, una classe signorile, costituita dalle famiglie dei feudatari, e le masse contadine, che vengono considerate come una popolazione di livello inferiore. Il contadino ha pochi diritti ed è trattato come uno schiavo da sfruttare, un semplice servo della gleba. La sua condizione viene giustificata dalla religione e ritenuta inevitabile in quanto conseguenza del peccato originale, e perciò la chiesa si limiterà ad alleggerirne gli effetti, piuttosto che tentarne una estirpazione.
Volendo evitare di frammentare il proprio patrimonio territoriale, i signori tendono ad escludere dall’eredità i figli cadetti, i quali, non rassegnandosi e animati da un’avidità insoddisfatta, cercano di costruirsi da sé una posizione adeguata al proprio rango, dedicandosi alla ricerca di facili guadagni e servendosi della forza allo scopo di realizzare imprese di ogni tipo (razzie, complotti, colpi di mano), oppure mettendosi al servizio di qualche grande signore, che in quel momento è impegnato in una guerra per il potere, nella speranza di conquistare bottino e terre. I figli cadetti delle grandi famiglie costituiscono autentiche mine vaganti.
Al di sopra di tutti si ergono due figure imponenti, quelle del papa e dell’imperatore, che sono accomunate dall’idea di dominio universale. Se l’imperatore è il detentore del potere politico e militare, il papa detta legge in campo etico e culturale e imprime alla società altomedievale il suo carattere confessionale. L’uno non può fare a meno dell’altro, perché, se è vero che il papa ha bisogno delle armi dell’imperatore, è anche vero che l’imperatore rischierebbe di non essere riconosciuto tale senza la legittimazione papale.
Nei regni barbarici, che si formano dopo la caduta dell’impero romano d’occidente, la lingua latina si volgarizza dando luogo a nuove lingue locali, dette romanze o neolatine, che vengono parlate dalle masse, mentre il latino classico rimane in uso all’interno delle classi sociali superiori, vale a dire nelle sedi vescovili e nei palazzi dei feudatari.

Nessun commento:

Posta un commento