Al declino dell’impero franco corrisponde l’ascesa della Germania, che è suddivisa in sei principali regioni: Baviera, Franconia, Lorena, Sassonia, Svevia e Turingia. Estintasi la dinastia carolingia (911), Corrado I, duca di Franconia, viene eletto re di Germania (911-8), ma deve guerreggiare con i duchi di Sassonia e di Baviera, che rifiutano di riconoscerlo. Gli succede il duca di Sassonia, Enrico I l’Uccellatore (919-36) che, dopo essersi imposto sugli altri duchi tedeschi e aver fermato gli Ungari, dà inizio ad una nuova dinastia.
A succedergli è il figlio Ottone I (936-73), che, volendo ricollegarsi alla tradizione carolingia, comincia a rivolgere la sua attenzione all’Italia, appoggiandosi al papa e intraprendendo una politica centralistica, alla quale si oppongono alcuni duchi. Ottone muove loro guerra e, dopo averli piegati, affida l’amministrazione dei feudi a persone di propria fiducia, che sono parenti oppure vescovi ed abati. L’attribuzione dei feudi ad ecclesiastici, ai quali l’obbligo del celibato impedisce di avere eredi cui trasmettere i propri possedimenti, costituisce un mezzo per rafforzare il potere dell’imperatore, che, tra l’altro, assume così le prerogative di capo della chiesa tedesca. Nel 955 riporta una decisiva vittoria sugli Ungari, e ciò, oltre a conferirgli la fama di difensore della cristianità, gli spiana la strada per la fondazione di un nuovo impero. È papa Giovanni XII (955-64) che lo incorona a Roma imperatore del Sacro Romano Impero (962). Da questo momento, la Sassonia eredita il primato che è stato dalla Francia dei carolingi.
Il rafforzamento del potere imperiale che consegue all’ascesa di Ottone si accompagna ad una perdita di autonomia decisionale delle nobili famiglie romane, che devono nuovamente subire l’ingerenza dell’imperatore nei loro affari, ivi compresa l’elezione del papa. La prima conseguenza del nuovo corso è che, a causa della sua condotta indegna, Giovanni XII viene deposto e, questa volta, è Ottone che sceglie il successore sulla base delle qualità morali. La scelta cade su un laico, al quale vengono somministrati in modo sommario i vari ordini (ostiario, lettore, accolito, suddiacono, diacono e prete) necessari per poter essere consacrato papa: sarà chiamato Leone VIII (963-5). Il caso è estremo e, tuttavia, la volontà di Ottone è chiara e ferma: il Privilegium Othonis (962) stabilisce che ogni pontefice deve prestare giuramento all’imperatore prima della sua consacrazione. Da questo momento, non solo l’elezione, ma anche la stessa condotta del papa, sono poste sotto il controllo dell’imperatore. I romani non ci stanno ed eleggono, nella maniera consueta, un “loro” papa, Benedetto V (964-5), che viene consacrato nonostante il parere contrario dell’imperatore. Ottone interviene con l’esercito e manda Benedetto in esilio ad Amburgo, dove muore.
Per alcuni anni l’impero rimane nelle mani dei duchi di Sassonia, passando prima al figlio di Ottone I, Ottone II (973-83), e poi al figlio di questi, Ottone III (983-1002). Ottone II viene incoronato imperatore nel 967, mentre è ancora in vita il padre, in un periodo in cui la città è dilaniata dalle lotte fra nobili famiglie, che si contendono il potere e impongono i loro papi. Al centro dei suoi pensieri c’è ancora l’Italia, ed è nel Sud dell’Italia, mentre cerca di conquistare i territori bizantini, che viene sconfitto dai saraceni (982), con grave pregiudizio per l’impero. Poi c’è Roma. Di norma, il papa è eletto dal popolo, che è rappresentato dal senato e dal clero, ma spesso la scelta del candidato scatena lotte fra le famiglie più potenti e genera scompiglio fra la popolazione.
Non riuscendo a controllare una di queste crisi, papa Giovanni XV si rivolge ad Ottone III, che interviene (996). Mentre è in viaggio verso Roma, gli giunge la notizia che il papa è morto, che il popolo romano ha acclamato Giovanni XVI, che la nobiltà romana è in subbuglio e chiede che sia lui stesso a designare il nuovo papa. Il fatto rappresenta un’autentica novità. Infatti, è la prima volta che viene offerta all’imperatore la facoltà di designare il papa. La scelta cade su un giovane sacerdote tedesco, che prende il nome di Gregorio V. Il nuovo papa incorona Ottone III, il quale si insedia sull’Aventino, come gli antichi imperatori, ma non è amato dai romani, che gli si rivolgono contro e lo costringono a fuggire. Dopo Ottone III i duchi di Sassonia non riescono a mantenere il potere, che passa nelle mani della Baviera. In questo periodo, i rapporti fra impero e papato si svolgono in un’altalena di equilibri fra le diverse personalità dei papi e degli imperatori, che vedono il prevalere ora dell’uno ora dell’altro.
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